Confesercenti Cagliari

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È del 22 aprile la pubblicazione del bando del Piano Sulcis, che, con grande clamore mediatico, è stato presentato come la rivoluzione per la creazione di impresa e lavoro nella Zona indicata come una delle più depresse della Comunità Europea.

Stanziamenti importanti, coperture fino al 75% degli investimenti, 10 anni di periodo di ammortamento e numerose voci finanziabili sembrano essere una luce di speranza importante per far uscire dalla profonda crisi la zona e rivitalizzarla con la creazione di posti di lavoro stabili.

Tutte queste iniziative sono state presentate pubblicamente durante un incontro organizzato a Monteponi alla fine del 2015, durante il quale venne evidenziato che tutti i settori produttivi sarebbero stati interessati dai bandi di finanziamento e, in particolare, anche il commercio e il turismo, sia per la parte ricettiva che per i pubblici esercizi (bar e ristoranti).

Con grande stupore e disappunto scopriamo invece  che ne il settore commercio (lettera G ATECO) ne’ il settore turismo e pubblici esercizi (Lettera I ATECO) rientrano tra quelli ammessi a finanziamento dal Piano Sulcis. “Ancora una volta i settori che dovrebbero essere quelli trainanti per l’economia dei nostri territori vengono invece trattati come settori di serie B” tuona Roberto Bolognese, Presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari “lasciando lo spazio a tutti gli altri settori. Ci sentiamo abbandonati e maltrattati da una politica miope che ancora non riesce a vedere che il commercio e il servizi di alloggio e ristorazione, declinati in micro e piccole imprese, sono la vera forza dell’economia isolana e se incentivati possono essere davvero i capisaldi di una ripresa del mondo dell’impresa e, congiuntamente, del mondo del lavoro” conclude Bolognese.

“Scorrendo le sezioni dei Codici ATECO ammessi a finanziamento scopriamo cose davvero interessanti” aggiunge sarcastico Nicola Murru, Direttore della Confesercenti Provinciale di Cagliari “e vediamo che sono finanziabili le attività di noleggio gru o attività di lavori specializzati di costruzione, oppure, nella Sezione N (Attività di noleggio e leasing operativo) notiamo che sono finanziabili solamente le attività di noleggio di biciclette e di attrezzature balneari (ombrelloni e sdraio); per non parlare della possibilità che hanno le attività creative, artistiche e di intrattenimento di vedersi finanziate le loro imprese. Ben inteso, nulla contro questo genere di attività” conclude Murru “ma ci pare davvero singolare che non  sia stato previsto alcunché per le attività produttive del commercio e del turismo che davvero hanno bisogno di aiuto in un momento difficile come questo e che se incentivate possono aiutare lo sviluppo di un territorio che ne ha vera necessità”.

Ci chiediamo allora: che senso ha promuovere tutto questo per poi escludere i veri protagonisti dello sviluppo economico? Restiamo in attesa di un chiarimento e soprattutto di un aggiustamento del bando, nella speranza che, se si dovesse aggiustare, non vengano lasciate come al solito solo le briciole, che in pochissimi poi saranno in grado di raccogliere.

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