La recente sentenza di primo grado sulla vicenda del mancato smontaggio dei chioschi del Poetto nel 2012 impone qualche precisazione. Si tratta di un caso sicuramente complesso e di non facile sintesi giornalistica, e tuttavia alcuni punti devono essere chiari:
1) il processo non riguardava in alcun modo la legittimità delle attuali strutture realizzate in conformità del nuovo piano di utilizzo dei litorali, che erano e continuano ad essere perfettamente regolari;
2) l’accusa non contesta neanche con riferimento al 2012 la realizzazione di strutture abusive o occupazione abusiva di suolo demaniale (le concessioni demaniali in essere hanno carattere annuale), ma piuttosto la mancata rimozione dei chioschi, regolarmente autorizzati, al termine della stagione balneare;
3) il mantenimento delle strutture – i cui titolari avevano peraltro chiuso al pubblico e interrotto qualunque attività commerciale – si protrasse soltanto per alcuni mesi (per i quali prima della scadenza venne chiesta una proroga allo smontaggio), tra il 2012 e il 2013, mentre da ogni parte politica, come molti ricorderanno, provenivano rassicurazioni circa la possibilità, in concomitanza con l’adozione del P.U.L. da parte del consiglio comunale, di evitare la demolizione anche dopo la scadenza del termine originariamente fissato; tali rassicurazioni, peraltro, proprio nei primi mesi del 2013 si concretizzarono in specifici atti normativi della Regione Sardegna finalizzati a tale scopo e tuttavia ritenuti dal Comune di Cagliari non idonei ad evitare lo smontaggio.
Non si trattò quindi, come una lettura superficiale dei fatti potrebbe indurre a ritenere, di un gesto di disobbedienza amministrativa, ma della ragionevole attesa di una risposta chiara e definitiva sul destino dei chioschi da parte degli organi pubblici competenti proprio a disciplinare la materia urbanistica e paesaggistica, i quali si erano ufficialmente impegnati a scongiurare le demolizioni. Che poi questo percorso, per ragioni che sarebbe troppo complesso spiegare, non abbia dato gli esiti sperati è questione che si può discutere solo col senno del poi: per questo può apparire poco generoso che si descrivano come “abusivi”, senza troppe sfumature, gli operatori commerciali del Poetto, i quali – come sa bene chi segue le vicende del litorale – sono da anni impegnati, nel pieno rispetto delle regole, in un proficuo lavoro di collaborazione con le amministrazioni pubbliche, e ai quali spetta una parte importante dello straordinario rilancio di una delle zone più belle dell’isola